La protesi d'anca


Patologie - Anca - La protesi d’anca

In presenza di una degenerazione articolare di grado avanzato, quando il consumo della cartilagine è eccessivo per essere trattato con infiltrazioni, si può rendere necessaria la sostituzione protesica dell’anca. Tale metodica, un tempo riservata al paziente anziano, è stata affinata negli anni, consentendo di estendere l’indicazione chirurgica a pazienti più giovani e attivi. Grazie alla protesi d’anca è possibile riprendere una vita lavorativa, ricreativa e relazionale soddisfacente.


La tecnica mininvasiva


L’anca può essere sostituita mediante un accesso chirurgico “standard”, che permette di risolvere casi complessi o caratterizzati da notevoli deformità dell’osso, per patologia malformativa o per precedenti interventi. In caso di richieste funzionali particolarmente elevate, in pazienti con sufficiente qualità d’osso, si può eseguire l’operazione con tecnica mininvasiva anteriore.


La ricerca di una invasività minore ha portato a sviluppare la tecnica fast track, ovvero migliorare la gestione perioperatoria del paziente, consentendo un recupero più precoce e caratterizzato da minor dolore. E’ quindi possibile tornare a camminare già il pomeriggio dell’intervento.


protesi dell'anca, modello a bassa invasività - Dr. Andrea Trecci Ortopedico L’anca, una volta sostituita, permette di iniziare subito il processo riabilitativo, finalizzato al recupero del movimento e al rinforzo dei muscoli. Il corretto funzionamento della protesi viene mantenuto se si tengono i muscoli in allenamento. Periodicamente è consigliato effettuare dei controlli clinici e delle radiografie dell’anca, al fine di tenere sotto controllo eventuali fenomeni di usura della protesi o l’invecchiamento dell’osso.